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al testo di Salvatore Armando Santoro
Squallidamente
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L'immagine è tratta dal portale: http://www.ambulatoriodipsicologia.it Vorrei poter tornare indietro fermare il tempo riprovare l'amore che mi hai dato veder quasi da un vetro le trasparenze che mi sono scordato, quella che eri e sei or ti camuffi e un'altra non vorrei. Così ti voglio erotica e viziosa condita di quella trasgressione salutare che m'hai donato e che m'hai fatto amare un'altra non vorrei no, io voglio lei. Sì, sempre come eri, licenziosa, ricca di esuberanza, quando abbondavano gli ormoni, me li hai trasmessi intensi ho colto allora tanti feromoni, alta era l'intensità e li gustavo con te dentro l'inferno sprofondavo. E niente, niente era peccato, coglievo tutta la tua vitalità, quell'esporti indecente, quei liquidi che sgorgavano abbondanti quel tuo amore che allor mi regalavi: - oh, come posso io scordarlo? - Con un coltello in corpo me l'hai inciso circola ancor nel sangue anche se adesso il cuore mio batte con ritmo indeciso la mente mia nel nulla langue. Mi sei dentro oramai, t'ho chiusa dentro la mente e più non esci, s'affaccia un nuovo amore, e il vecchio spinge, ma sempre tu martelli più indecente, tu, squallor dello squallore, impudica e immorale, resistente, tu, che m'hai preso il cuor squallidamente. Salvatore Armando Santoro
(Donnas 25.6.2017 – 10,00)
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